SETI, acronimo di Search for Extra-Terrestrial Intelligence (Ricerca di Intelligenza Extraterrestre), è un programma dedicato alla ricerca della vita intelligente extraterrestre, abbastanza evoluta da poter inviare segnali radio nel cosmo. Il programma si occupa anche di inviare segnali della nostra presenza ad eventuali altre civiltà in grado di captarli (SETI attivo).
Un viaggio interstellare per visitare un'altra civiltà in un mondo distante, almeno per adesso, è oltre le possibilità tecnologiche della civiltà umana. Siamo però in grado di utilizzare ricevitori molto sensibili per cercare nel cielo eventuali segnali radio di origine artificiale, generati da civiltà non umane.
Si tratta di un progetto scientifico e altamente tecnologico che vede i più importanti radiotelescopi del mondo impegnati ad "ascoltare" i segnali radio che vagano nello spazio interstellare.
Come molti di voi sanno, tutte le trasmissioni radio che normalmente captiamo, che siano segnali TV piuttosto che onde radio emesse dalla nostra emittente radiofonica preferita, dalla TV via satellite, alle telecomunicazioni, ormai viaggiano per il 90% attraverso segnali radio e rimbalzano sui satelliti predisposti a tale scopo. Quello che molti non sanno è che questi segnali vanno al di là del nostro pianeta. Il segnale radio, benché convogliato verso una direzione, si espande e questo implica che parte del segnale non solo colpisca il nostro pianeta, ma venga anche "spedito" nello spazio. Ora le onde radio si muovono ad una velocità relativamente lenta rispetto a quella della radiazione luminosa (la luce) ma non significa che abbiano meno potenzialità, saranno più lente, per raggiungere una certa destinazione impiegheranno maggiore tempo, ma in ogni caso sono un importantissimo mezzo di comunicazione.
Tutte le sonde finora spedite dalla NASA nello spazio, per le vari missioni solari, per lo studio di Marte o del Sistema Solare, hanno comunicato con il centro dati attraverso onde radio. Le stesse onde radio che sulla Terra produciamo per ore e ore. Rimane purtroppo il limite che, data la lentezza delle onde radio, un segnale ricevuto potrebbe essere stato trasmesso centinaia di migliaia di anni fa.
Da qui comunque nacque l'idea del progetto:
SE ESISTE DA QUALCHE PARTE UNA CIVILTA' EVOLUTA, DEVE ESSERCI PER FORZA UN SEGNO DI COMUNICAZIONE ALL'INTERNO DI QUESTA SOCIETA'. IL PROGETTO S.E.T.I. NON FA CHE CERCARE, "ASCOLTANDO" E "ANALIZZANDO" I SEGNALI RADIO PROVENIENTI DALLE PROFONDITA' DELLO SPAZIO, NELLA SPERANZA DI CAPTARE E RICONOSCERE UN SEGNALE ARTIFICIALE CREATO DA UNA CIVILTA' EVOLUTA, QUINDI NON GENERATO DA UNA STELLA O IL RISULTATO DI UN'INTERFERENZA.
Quando nacque il progetto SETI, la stazione di ascolto registrava ed analizzava i dati che provenivano dal radiotelescopio di Arecibo alla ricerca di un segnale che, difficilmente spiegabile come naturale, potesse in qualche modo stabilire che non siamo gli unici che di notte alzano lo sguardo per ammirare questo stupendo cielo stellato. Con il passare degli anni i sistemi di ascolto e ricezione sono diventati maggiormente potenti e i radiotelescopi sempre più perfetti, così da mettere in crisi la capacità di calcolo dei giganteschi mainframe e computer impegnati nel progetto.
Fu così che si arrivò ad una soluzione tanto semplice ma allo stesso tempo tanto geniale, che avrebbe coinvolto non solo gli esperti e i ricercatori del settore, ma anche semplici neofiti, curiosi o appassionati, che rappresentano forse il vero motore di questo progetto. Visto che le possibilità di acquisizione dei dati aumenta vertiginosamente attraverso l'installazione in tutto il mondo di nuovi e più potenti radiotelescopi, si è reso inutile pensare di continuare ad aggiornare gli elaboratori impegnati nella ricerca. Sarebbe stata un'inutile e dispendiosa soluzione tampone, ben presto ci si sarebbe ritrovati nelle medesime condizioni di dover aggiornare il "parco macchine", quindi si arrivò a ipotizzare il sistema SETI@Home, ovvero i ricercatori si posero la domanda "quale sarebbe la potenza di calcolo generata dal "remote computing" di migliaia di semplici personal computer che, collegati tra loro attraverso, una rete capillare quale Internet, potessero analizzare una piccola quantità di dati ciascuno e ritrasmettere infine i risultati al computer centrale?" "Infinita" fu la risposta, e così nacque SETI@Home.
Oggi il progetto SETI@home dispone, sparsi in tutti gli angoli del globo, di migliaia di comuni personal computer, di studenti, professionisti, semplici curiosi, che attraverso un programma realizzato appositamente, elaborano, utilizzando i tempi morti dell'uso del PC, il pacchetto di dati scaricato precedentemente dal server dedicato e direttamente messo a disposizione da uno dei numerosi radiotelescopi che quotidianamente, 24 ore su 24, 365 giorni all'anno, rappresentano l'orecchio del mondo sull'universo che ci circonda.
guardando ed elaborando questo scatto, una foto della ruota panoramica che per alcuni mesi ha fatto divertire i cittadini di Bari e provincia, ho immediatamente pensato ad un radiotelescopio, ad una gigantesca antenna capace di captare le più remote emissioni provenienti dall' infinito ...
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